Il pagliaccio e la filosofia
Maria Zambrano
Il pagliaccio e la filosofia
Nel 1953, a pochi mesi dall’uscita nelle sale di Luci della ribalta e dalla controversa espulsione di Chaplin dagli USA, Maria Zambrano pubblica i due scritti raccolti in questo volume: Charlot o dell’istrionismo e Il pagliaccio e la filosofia, due brevi omaggi all’arte del clown che danno luogo a una meditazione filosofica profonda sul riso e sulla potenza metaforica del gesto comico. Figura della terra, della povertà e dell’umiliazione, il pagliaccio è a un tempo presenza sottile, capace di sublimare la gravità e l’inerzia della condizione umana attraverso la leggerezza, la gratuità e l’apparente inconsistenza del gesto. Nella piroetta di Charlot o nell’istantanea del pagliaccio che, inseguendo un nulla inafferrabile, fa apparire come per magia la possibilità delle cose, la pensatrice esiliata riconosce un’immagine della libertà del pensiero e la cifra della vocazione poetica della propria filosofia.
Maria Zambrano
(Vélez-Málaga, 1904 – Madrid, 1991) È una delle figure più originali del panorama filosofico del Ventesimo secolo. Attiva nella difesa della Repubblica spagnola, partecipò alla guerra civile per poi prendere la via di un lungo esilio che la porterà in America Latina, Francia, Svizzera e Italia. Tra le sue opere tradotte in Italia: Chiari del bosco (1991), I Beati (1992), La tomba di Antigone (1995), Filosofia e poesia (1998), L’agonia dell’Europa (1999), Dell’Aurora (2000), Delirio e destino (2000), Il sogno creatore (2002), Dante specchio umano (2007).
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