Giuseppe Giulietti sul saggio “Siamo tutti della stessa carne”
Ringraziamo Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, per questa riflessione dedicata al saggio “Siamo tutti della stessa carne. Dialogo su Fratelli tutti tra un cattolico e un agnostico” di Riccardo Cristiano e Rocco D’Ambrosio.
Chi è il credente e chi l’agnostico? Leggendo le firme degli autori non può esserci margine di dubbio. Riccardo Cristiano, giornalista rigoroso e sobrio, vaticanista insaziabile, capace di andare oltre ogni apparenza, è anche un socialista non pentito, cresciuto nel pensiero critico e nella capacità di contrastare ogni dogma e di sottoporre a verifica critica qualsiasi pensiero, senza mai inchinarsi al principio di autorità, di qualsiasi natura e colore.
Questi elementi dovrebbero fare di Lui il modello dell’agnostico, invece Riccardo, in ogni momento di questa conversazione, mostra una forte attrazione verso Papa Bergoglio che, scegliendo il nome di Francesco, ha indicato una strada segnata dalla fratellanza e dalla condivisione e offrendo questo percorso a tutte e a tutti, senza distinzione di fede, di colore della pelle, di opinioni politiche. Mai come in questa stagione “l’agnostico” si sente chiamato in causa, coinvolto in un progetto etico, politico, ma anche religioso, perché ti costringe a fare i conti con un Dio che ha offerto la vita del proprio figlio per realizzare un’alleanza che parte dagli ultimi della terra, dai “Piccoli”, da quelli che Francesco chiama “gli scarti umani”.
Per queste ragioni il cammino di Riccardo Cristiano rappresenta un punto di incontro tra tradizioni diverse che si riconoscono, tuttavia, nell’umanesimo integrale. Questo percorso, diverso nei riferimenti e nelle esperienze esistenziali, è il medesimo che ha segnato e segna la vita di Rocco D’ambrosio, sacerdote, filosofo, animatore di decine e decine di scuole di politica, insaziabile lettore di Don Milani, capace di unire donne e uomini “alla ricerca di un fine” attraverso le sue molteplici esperienze ecclesiali, sociali e civili. Il credente, dunque, non può che essere Lui, ma la sua è una fede aperta al confronto con le diversità, che ricerca “un fine” comune, capace di realizzare i ponti dell’inclusione, della solidarietà, della condivisione intesa come il simbolo di una unità che non annulla le distinzioni, ma le mette insieme nella costruzione, a seconda dei punti di vista della “città terrena” o della “città di Dio” o magari di una città che possa far convivere le popolazioni. L’agnostico e il credente conducono in questo libro un dialogo aperto alla scambio e alla modifica dei rispettivi punti di vista, si interrogano reciprocamente, procedono utilizzando il metodo dialettico che consente di dialogare non per antiche contrapposizioni ma per progressive e feconde sintesi.
Si ritrovano, non casualmente, in quel “Documento di fratellanza” voluta da Papa Bergoglio e che ha segnato una pagina storica nel dialogo tra cattolici e musulmani. Questo dialogo è un figlio legittimo di questa nuova stagione. Un grazie, infine, alla casa editrice Castelvecchi, che, in questi tempi di crisi e di virus, continua ad offrirci riflessioni capaci, quanto meno, di contrastare i virus dell’indifferenza, dell’odio, del razzismo.
Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana