Filosofia e sociologiaHOT

Pascal Chabot sul libro di Carrozzini dedicato a Gilbert Simondon

Pubblichiamo una recensione inedita del filosofo Pascal Chabot al libro Variazioni su Simondon di Giovanni Carrozzini.

Pochi filosofi hanno frequentato con tanta passione e per così tanto tempo il pensiero di Gilbert Simondon come Giovanni Carrozzini. Egli ne conosce l’essenza così come i dettagli, le condizioni di emergenza così come le ripercussioni sulla filosofia contemporanea. È grazie a questa conoscenza che le sue Variazioni su Simondon possono offrire sia allo specialista, sia al pubblico curioso un ventaglio di analisi e riflessioni tanto dettagliate quanto accessibili dedicate a un grande pensatore, anche se meno noto di altri, del XX secolo.

Una delle caratteristiche salienti dell’opera di Giovanni Carrozzini è quella di ancorare la sua riflessione filosofica a una conoscenza approfondita della biografia del suo autore, conoscenza acquisita in oltre vent’anni di meticolose ricerche e corrispondenza con gli amici e conoscenti di Simondon. La prima variazione, Gilbert Simondon: le opere e i giorni, ci introduce subito nell’atmosfera esistenziale da cui è nato questo pensiero. L’autore intreccia anni di formazione, carriera accademica e riconoscimento pubblico con commenti e aneddoti spesso inediti su Simondon. La sua prospettiva è bio-bibliografica nel senso più nobile del termine.

Più avanti in queste Variazioni, Giovanni Carrozzini dispiega le sue doti di storico della filosofia per guidare il lettore nei ricchi e complessi rapporti che Simondon intrattenne con i grandi autori del passato, chiedendosi che ne è, per lui, della filosofia. Come la pensa e come si nutre della sua storia? Rispondere a questa domanda significa riconoscere che questo grande innovatore, che ha concettualizzato aree dell’attività umana che fino ad allora sfuggivano completamente allo spettro della ragione filosofica, è al tempo stesso un classico, ovvero un pensatore che mantiene una sincera fedeltà alle domande dei suoi predecessori per poi riprodurle su nuovi piani. Per dimostrarlo, Carrozzini non confronta Simondon solamente con la storia della filosofia in quanto tale, ma anche con pensieri con cui si possono costruire ponti, come ad esempio quelli di von Uexküll, di Teilhard de Chardin o di Santayana.

«La relazione ha il valore dell’essere», ha detto Simondon. Questa strana e potente frase è davvero il talismano della sua filosofia relazionale che non vuole lasciare nessuna entità slegata o isolata, ma che cerca piuttosto di pensare al divenire a partire da relazioni connesse. In quest’ottica, non si può non apprezzare in queste pagine la qualità del rapporto che l’autore intrattiene con Simondon, nonostante il tempo e, ovviamente, l’assenza. È uno degli incantesimi più sorprendenti dell’attività intellettuale essere in grado di coltivare amicizie attraverso lo spazio e il tempo, e, attraverso di esse, rendere il mondo un po’ più interessante, un po’ più giusto. Ogni pensiero genuino funziona così come un’introduzione alla vita desiderata. E in esso, è certo che le idee e l’intuizione di Simondon meritano un posto d’onore.

Pascal Chabot

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