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Roberto Saviano intervista Zoja Svetova

Zoja Svetova da molti anni si occupa del sistema “giudiziario” putiniano e dello stato dei diritti umani in Russia. Il resoconto sconvolgente di questo suo romanzo documentale riguarda il destino di due persone condannate
abusivamente dai tribunali russi negli anni Duemila, il ricercatore Sutjágin e la studentessa universitaria cecena Murtazalíeva. Nella ricostruzione delle loro vicende, Svetova racconta l’inferno giudiziario che, a partire dal 2012, si è fatto ancora peggiore – coinvolgendo un numero sempre crescente di persone – nella Russia di Putin.


ZOJA SVETOVA
Giornalista russa di opposizione all’attuale regime putiniano, figlia di dissidenti e prigionieri politici in epoca sovietica e nipote del primo preside della facoltà di Storia dell’Università di Mosca, fatto fucilare nel 1937 da Stalin, è anche un’attiva militante dei diritti umani. Dal 2008 al 2016 è stata visitatrice delle carceri di Mosca. Il valore dell’essere umano e dei suoi diritti inalienabili è al cuore della sua attività giornalistica e del suo impegno civile, per i quali è stata insignita di diversi premi prestigiosi.

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