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Un estratto da “L’enigma de La Coubre” di Hernando Calvo Ospina

Pubblichiamo un estratto da L’enigma de La Coubre di Hernando Calvo Ospina, giornalista colombiano, tra i primi a consultare i documenti relativi all’attacco terroristico avvenuto il 4 marzo del 1960 nel porto dell’Avana.

In libreria da venerdì 28 luglio.

Hernando Calvo Ospina

L’enigma de La Coubre

Il 4 marzo 1960 la nave francese La Coubre, che trasporta un carico di armi belghe destinate al governo cubano, esplode nel porto dell’Avana, ferendo circa duecento persone e provocando quasi cento morti. Incidente, sabotaggio o attentato? Per il governo cubano si tratta di un atto terroristico, di cui la CIA è la principale indiziata. A tutt’oggi, però, gli Stati Uniti negano la consultazione dei documenti in loro possesso. Sessant’anni dopo quello che rimane ancora il più grande attacco terroristico dell’isola, le autorità francesi, che al tempo decisero di non occuparsene, hanno messo a disposizione tutti i fascicoli relativi all’esplosione: Hernando Calvo Ospina, giornalista colombiano e documentarista, è stato tra i primi a consultarli. Non solo ha analizzato i fascicoli, ma ha anche condotto interviste sul campo, raccogliendo le testimonianze dei parenti delle vittime, di storici e militari, oltre che degli unici due marinai dell’equipaggio ancora in vita, e persino del passeggero americano de La Coubre sospettato di aver installato l’esplosivo a bordo. Ne è nata questa indagine accurata e appassionante, in cui vengono ricostruite le azioni messe in atto dalla CIA e da altri servizi di intelligence contro Cuba e la sua Rivoluzione.

HERNANDO CALVO OSPINA Giornalista, scrittore e documentarista, vive da rifugiato politico in Francia. È autore di numerosi libri, tradotti in diverse lingue, e collaboratore di «Le Monde Diplomatique». Ha realizzato documentari per BBC, ARTE e ADR. Nel 2005 è stato nominato al Lorenzo Natali Media Prize della Commissione europea per l’articolo realizzato per «Le Monde Diplomatique» dal titolo Guerra privata in Colombia.


Un’introduzione necessaria


«Ho avuto la fortuna di poter consultare gli archivi della French Lines & Compagnies (Linee e Compagnie Francesi), con sede nella città francese di Le Havre. Qui è conservato il patrimonio storico della marina mercantile francese, dei suoi porti e delle sue compagnie di navigazione, tra cui quello della Compagnie Générale Transatlantique (Compagnia Generale Transatlantica), meglio nota come Transat, proprietaria della nave La Coubre, che trasportava le armi acquistate in Belgio e destinate al governo cubano. La nave esplose il 4 marzo 1960 in un molo del porto de L’Avana causando circa duecento feriti e quasi cento morti, tra cui sei marinai francesi. Fin dall’inizio, il governo cubano indicò Washington come responsabile e il dirigente Fidel Castro ne spiegò dettagliatamente il motivo. A tutt’oggi, gli Stati Uniti respingono l’accusa ma, nonostante siano passati decenni, si rifiutano di declassificare qualsiasi documento relativo all’esplosione. I principali media francesi diedero ben poco risalto a quell’orribile evento. Incomprensibilmente, il governo francese si mostrò a malapena informato in merito. In Francia non è consuetudine declassificare informazioni che potrebbero essere collegate con le istituzioni della sicurezza di Stato. Però sembrava strano che la compagnia di navigazione si rifiutasse di mostrare i documenti in suo possesso. In alcuni articoli di stampa si arrivò addirittura ad affermare che sarebbero stati resi pubblici solo nell’anno 2010. In realtà, buona parte della documentazione è stata vincolata da segretezza per venticinque anni a partire dal 1960; la restante parte rimasta segreta fino al 2010. Dopo tale data, l’accesso a questi documenti è stato limitato durante il periodo di trasferimento dei fascicoli dalla sede di archiviazione originaria a quella attuale, sempre a Le Havre, a causa del nuovo tipo di classificazione in vista della consultazione. Grazie alla pazienza dell’archivista della French Lines & Compagnies, ho avuto il privilegio di essere il primo a ottenere una copia della documentazione relativa a La Coubre e alla sua esplosione: oltre 1.500 pagine che la Transat aveva archiviato come un tesoro. Vale la pena sottolineare che volevo esser certo di aver ottenuto la totalità dei documenti e, in risposta alla mia preoccupazione, ricevetti una sua e-mail in cui mi assicurava: «Confermo la trasmissione completa della documentazione relativa a La Coubre». Perché erano rimasti vincolati da segretezza per così tanti anni? La risposta verbale che ho ricevuto è stata che, nonostante il tempo trascorso, c’erano documenti in forza dei quali alcune assicurazioni o singoli individui avrebbero potuto intentare cause contro la compagnia di navigazione, all’epoca di proprietà dello Stato. E questo lo credo. Però, dopo aver controllato e analizzato ogni pagina copiata, mi sono convinto che c’era anche la volontà di nascondere informazioni che avrebbero contribuito a far luce su quel terribile fatto. Il lettore lo vedrà nelle pagine seguenti e potrà giudicare da sé. D’altra parte, mi ha sorpreso vedere come figlie, figli e nipoti abbiano avuto una reazione tanto positiva al mio progetto. Rimasero, diciamo, sconcertati, perché era strano che qualcuno si interessasse al “tema” dopo quasi sei decenni. Il fatto è che, in Francia, non dovettero passare molte settimane da quel 4 marzo perché l’evento cadesse nel silenzio e nell’oblio più totale. Per non parlare della reazione dei due marinai che ho rintracciato e intervistato. Mentre in Francia l’esplosione de La Coubre è una vicenda poco conosciuta, a Cuba continua a essere presente nella sua storia ed è per questo che ogni anno si rende omaggio alle vittime, sia cubane che francesi. Per quanto mi riguarda, consegnerò una copia di questi documenti alle famiglie degli scomparsi di entrambi i Paesi. Appartengono a loro.»

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