Da Trump a Trump
Il 5 novembre 2024 l’America si è trovata a dover compiere una scelta inquietante: votare per un partito in grave crisi di credibilità o per colui che, con il suo partito, rappresenta una minaccia per la democrazia americana. Cosa ha portato Donald Trump a riconquistare la presidenza dopo la sconfitta del 2020? E quali sono stati gli errori fatali di Joe Biden, Kamala Harris e del Partito democratico? Alla luce di un risultato elettorale netto e inequivocabile, Stefano Rizzo analizza gli ultimi anni della politica americana, dai successi dell’amministrazione Biden – il contrasto alla pandemia e il piano di ripresa economica – alle promesse disattese che hanno favorito la rivincita dei repubblicani. Una cronaca che intreccia crisi, disuguaglianze sociali, razzismo e violenza, in cui la campagna elettorale appena conclusa è il ritratto di un’America divisa e in perenne trasformazione.
Da Trump a Trump
La presidenza Biden e la sconfitta dei democratici
di Stefano Rizzo
Chi legge queste righe sa già come è andata a finire: il 5 novembre Trump e i repubblicani hanno vinto e Harris e i democratici hanno perso – la presidenza, la Camera, il Senato. Quando, nel corso di questi due anni, raccontavo le diverse vicende che hanno interessato il Paese nell’ultimo biennio della presidenza Biden non potevo prevedere che sarebbe andata a finire così, certo speravo che andasse diversamente. Ma leggendo questi articoli si può vedere come i segnali ci fossero già tutti: l’accumularsi di errori, di incapacità, i pochi successi, le valutazioni “fuori fase” con il sentire popolare facevano presagire ciò che sarebbe successo, e che puntualmente si è verificato. Nell’insieme quello che descrivo può apparire un panorama desolante fatto di ingiustizie, violenza, paralisi decisionale, e in una certa misura lo è. Ma è anche in netto contrasto con ciò che si potrebbe raccontare dell’“altra America”, che pure esiste, ed è fatta di intraprendenza, di partecipazione democratica, di inventiva scientifica e tecnologica, di creatività nei diversi ambiti della cultura popolare, dal cinema alle serie televisive, alla musica, alla moda. Queste due Americhe, l’America della conflittualità politica permanente e del rancore sociale, e l’altra America della solidarietà, della fiducia nel cambiamento e nel progresso, coesistono da sempre, con oscillazioni a vantaggio dell’una o dell’altra nel succedersi delle generazioni. Va da sé che la prima è quella cui si ispira Donald Trump e che ha consentito la sua ascesa politica, la visione pessimistica; mentre la seconda è quella che propone Kamala Harris: una visione ottimistica, il ritorno ai valori e alla storia migliore degli Stati Uniti. Quello che oggi appare come un punto basso potrebbe essere un punto di non ritorno nel decadimento della società, oppure l’inizio di una nuova fase di crescita e di progresso sociale. A patto che i democratici comprendano la necessità di reinterpretare, nelle condizioni della società di oggi, il loro ruolo storico di partito degli have-nots, di coloro che non hanno, mettendo uguaglianza economica e giustizia sociale al centro delle loro politiche; e a patto che i repubblicani abbandonino il fanatismo quasi religioso e la spudorata difesa degli interessi dei ricchi e ricchissimi cui hanno improntato, da almeno un decennio, la loro azione politica. Due condizioni tuttavia che in questo momento, all’inizio di una nuova presidenza Trump che si annuncia ancora più estremista della precedente, è difficile immaginare potranno realizzarsi.
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STEFANO RIZZO
Già funzionario parlamentare e giornalista pubblicista, ha insegnato Relazioni internazionali alla Sapienza Università di Roma. Specialista di politica statunitense, è autore di vari volumi, l’ultimo dei quali è Gli Stati Uniti in mezzo al guado. La Presidenza Biden dall’assalto a Capitol Hill alla guerra di Putin (manifestolibri, 2023).