Dostoevskij e l’uccisione del padre
Sigmund Freud
Dostoevskij e l’uccisione del padre
Dostoevskij e l’uccisione del padre è l’ultimo degli scritti di Freud dedicati al rapporto tra psicanalisi e produzione letteraria. Con la sua consueta ricchezza di riferimenti e citazioni, Freud individua nell’uccisione del padre il tema cruciale che attraversa l’intera opera di Dostoevskij. Così il maestro della psicanalisi discorre sulla personalità nevrotica dello scrittore russo e sugli attacchi epilettici di natura affettiva che si manifestarono in forma virulenta dopo l’episodio devastante dell’assassinio del padre; sul masochismo e sul senso di colpa di Dostoevskij; sulla sua passione per il gioco e sulla sua latente bisessualità. Tra opera e vita privata, Freud getta luce su una delle figure più imponenti della letteratura mondiale.
Sigmund Freud
(Freiberg, 1856 – Londra, 1939) Fondatore della psicanalisi, ha elaborato teorie che hanno rivoluzionato la storia del pensiero. La scoperta dell’inconscio e le associazioni libere, gli atti mancati e l’interpretazione dei sogni, le pulsioni sessuali e il rimosso sono solo alcune delle sue intuizioni più radicali. La sua psicanalisi si lega intimamente al discorso poetico e letterario dei grandi scrittori del passato. Castelvecchi ha pubblicato anche L’enigma della femminilità (2016).
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