Sociologia dell’inavvertito

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Wayne H. Brekhus
Sociologia dell’inavvertito
In modo più o meno consapevole, la riflessione sociologica si è prevalentemente orientata verso lo studio degli aspetti insoliti, notevoli e particolari della realtà sociale, privilegiando l’analisi dei fatti popolarmente percepiti come degni d’interesse e categorizzati come tali già a livello di senso comune. Così, la disciplina ha spesso finito per ratificare i meccanismi di salienza convenzionali, riaffermando gli schemi cognitivi e i modelli culturali più diffusi. Muovendo da simili constatazioni, Brekhus argomenta l’efficacia di una diversa prospettiva sociologica, che distingua con chiarezza l’importanza analitica di un fenomeno dal rilievo che può essergli generalmente accordato. Combinando teoria e metodologia sociologiche e rileggendo criticamente autori classici come Goffman e Garfinkel, Brekhus pone le basi per una vera e propria sociologia dell’inavvertito, di cui vengono delineati i fondamenti epistemologici e le strategie procedurali.

 

Wayne H. Brekhus
Professore associato di Sociologia alla University of Missouri, è allievo di Eviatar Zeru-bavel ed esponente della corrente di sociologia cognitiva nota come “Rutgers School”. Fra le sue opere: Peacocks, Chameleons, Centaurs (2003); Culture and Cognition (2015); in italiano, ha contribuito all’antologia curata da C. Rinaldi (2012) con il saggio Gay pendolari, gay integrati. Strategie identitarie dei gay di periferia nell’era post-closet.

 

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