Il razzismo prima del razzismo
Hannah Arendt
Il razzismo prima del razzismo
Gennaio 1944: in Europa infuria la Seconda Guerra Mondiale quando viene pubblicato questo saggio in cui Arendt riflette sulle tappe che hanno portato all’ideologia razzista del Terzo Reich. Figli di quello stesso Illuminismo cui dobbiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, i semi del pensiero razzista trovarono terreno fertile in alcuni aristocratici francesi preoccupati, alla vigilia della Rivoluzione, di individuare i motivi storici della propria superiorità sulle masse del Terzo Stato. Il quadro si allarga poi alla Gran Bretagna e alla Prussia, fino al Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane del conte de Gobineau. L’affermarsi della superiorità dell’individuo, una lettura distorta del darwinismo e la politica imperialista delle potenze europee fra Ottocento e Novecento sono gli altri tasselli che Arendt compone per spiegare il pensiero razzista.
Hannah Arendt
(Hannover, 1906 – New York, 1975) Filosofa e studiosa tedesca di origini ebraiche, fu allieva di Husserl, Jaspers e Heidegger. Costretta a lasciare la Germania hitleriana, trovò infine rifugio negli Stati Uniti, dove insegnò presso le università di Berkeley, Princeton, Chicago e nella New School for Social Research di New York. Le sue opere principali, Le origini del totalitarismo del 1951 e La banalità del male del 1963, l’hanno consacrata fra le maggiori intellettuali del Novecento.
Prezzo | |
---|---|
EAN | |
Collana | |
Anno |