Esilio e anarchia
Gustav Landauer
Esilio e anarchia
Scritti ebraici
A cura di Libera Pisano
In occasione dei cento anni dalla brutale uccisione di Gustav Landauer nella Repubblica dei Consigli di Monaco, questa antologia offre per la prima volta in Italia alcuni testi che hanno il merito di portare alla luce il nesso controverso e, talvolta, rimosso tra anarchia, socialismo ed ebraismo. Nel pensiero radicale di Landauer l’ebraismo è affine al socialismo e la diaspora è una chance messianica di redenzione dell’umanità dal vincolo artificiale dello Stato. Il suo rapporto con la tradizione ebraica è mediato dall’incontro e dallo scambio con Martin Buber, che anche dopo la tragica morte dell’amico si fa carico della sua eredità intellettuale pubblicando i suoi scritti e trasformando l’anarchico nel leader segreto del sionismo. Le testimonianze preziose, scritte dai suoi amici più cari a ridosso del suo assassinio e raccolte nell’ultima parte del volume, possono essere interpretate come il primo tentativo di questa trasformazione postuma di Landauer in un martire della comunità a venire.
GUSTAV LANDAUER
(Karlsruhe 1870 – Stadelheim 1919)
Scrittore, filosofo e uomo politico tedesco, autore di racconti, traduttore di scritti letterari, poetici e politico-filosofici, fu esponente di rilievo dell’anarchismo tedesco grazie agli articoli pubblicati sulla rivista Der Sozialist, di cui fu redattore capo. Dal 1903 sviluppò una visione mistico-filosofica della rivoluzione, che lo contrappose tanto all’idea marxista della dittatura del proletariato, quanto alle tendenze individualisti-che dell’anarchismo. Pacifista convinto, nel 1919 partecipò in Baviera alla Repubblica dei Consigli, dove cercò di attuare le proprie concezioni (in qualità di responsabile dell’Istruzione popolare), finendo ucciso nel corso della repressione.
Scrittore, filosofo e uomo politico tedesco, autore di racconti, traduttore di scritti letterari, poetici e politico-filosofici, fu esponente di rilievo dell’anarchismo tedesco grazie agli articoli pubblicati sulla rivista Der Sozialist, di cui fu redattore capo. Dal 1903 sviluppò una visione mistico-filosofica della rivoluzione, che lo contrappose tanto all’idea marxista della dittatura del proletariato, quanto alle tendenze individualisti-che dell’anarchismo. Pacifista convinto, nel 1919 partecipò in Baviera alla Repubblica dei Consigli, dove cercò di attuare le proprie concezioni (in qualità di responsabile dell’Istruzione popolare), finendo ucciso nel corso della repressione.
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