Scritti tra arte e vita
Vittorio Brandi Rubiu
Scritti tra arte e vita
Introduzione di Marco Tonelli
Scritti tra arte e vita raccoglie gli scritti sparsi di Vittorio Brandi Rubiu (recensioni di mostre, commenti critici, introduzioni a cataloghi, inter-viste) e testimonia lo stile breve ma folgorante del critico d’arte. Attraverso le relazioni tra Brandi, Morandi e Burri, Rubiu ripercorre la propria formazione; con l’opera di Pascali afferma la sua indipendenza critica; grazie al rapporto con il gallerista Fabio Sargentini fissa un’alleanza affettiva e strategica per la vita. Fu per le mostre tenute all’Attico che scrisse alcuni dei pezzi più lirici e importanti per la sua carriera, e fu ancora per L’Attico che rilasciò l’ultimo intervento esplicito «in chiave di attualità»: la presentazione della mostra personale di Eliseo Mattiacci nel 1969. La cultura di Rubiu è vasta, e le chiuse dei suoi testi di estrema e sintetica bellezza: Burri diventa «un artista di frontiera», l’opera di Afro una bandiera per «una pittura che si vuole in disarmo», Palma Bucarelli «donna coraggiosa anche quando sbaglia», il secondo Futurismo «una specie di appendice indolore del primo». È, del resto, nella condizione di aurea brevitas che prospera la sua prosa: una scrittura breve ma fresca e sempre lieve, leggera e giovane.
VITTORIO BRANDI RUBIU
Curatore di numerose mostre su alcuni dei più importanti artisti italiani – Burri, Afro, Guttuso, Manzù –, tra le sue pubblicazioni per Castelvecchi ricordiamo la curatela dell’epistolario di Cesare Brandi, Credi al mio pessimo e tenerissimo carattere. Lettere 1930-1983 (2016), Alberto Burri (2015), Vita eroica di Pascali (2013).
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