Le due figure dello straniero
Nazir Hamad
Le due figure dello straniero
I riferimenti identitari su cui spesso fondiamo la nostra idea di comunità (lingua, cultura, religione, costumi, terra) servono a costruire un dentro, un “noi”, separato da un fuori, “gli stranieri”. La logica della frontiera include ed esclude al tempo stesso: che ruolo vi svolge la figura dell’immigrato? Con rara finezza analitica, Hamad svela le ambiguità che insidiano ogni radicalismo etnico-comunitario e indaga il funzionamento psichico dei processi di identificazione e appartenenza, accostando la questione dell’immigrazione a quella dell’adozione. Al fondo di ogni chiusura identitaria e di ogni rigetto dell’alterità si scopre così quell’«inquietante estraneità», evocata da Freud, che abita intimamente ciascuno di noi. Da qui, la necessità etica di fare un «passo di lato» rispetto al discorso sociale imperante per far risuonare una voce singolare capace di dire, dinanzi a ogni pretesa di violenta omogeneità: «Non nel mio nome».
NAZIR HAMAD
Psicanalista franco-libanese, si occupa da anni della questione dell’immigrazione in Francia. È membro dell’Association Lacanienne Internationale di Parigi e autore di Destins d’enfants con Françoise Dolto (1995). In Italia è stato pubblicato il suo libro La lingua e la frontiera. Doppia cultura e poliglottismo (2016). A dicembre 2019 uscirà per Castelvecchi Psicologia dell’immigrazione (con Charles Melman).
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