La tradizione culturale italiana e l’altro. Cinque lezioni tra passato e presente
La tradizione culturale italiana e l’altro. Cinque lezioni tra passato e presente
A cura di Salvatore Cingari
Con i contributi di Alberto Mario Banti, Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Giulio Ferroni, Alessandro Portelli
Nel luglio del 2022, all’Università per Stranieri di Perugia, cinque grandi studiosi si sono interrogati su cosa significhi oggi occuparsi della cultura italiana, in un’epoca in cui la western culture sconta una crisi determinata dal confronto con un’alterità variamente intesa. Alberto Mario Banti ha enucleato le derive di un registro profondo del nazionalismo italiano. Donatella di Cesare si è soffermata sull’idea della realtà come un prisma di idiomi da preservare rispetto alla lingua unica della tecnica. Roberto Esposito ha insistito sull’intrinsecità fra la tradizione filosofica italiana e il “fuori”. Giulio Ferroni ha compiuto un percorso nella storia della letteratura italiana alla ricerca del suo rapporto con l’alterità naturale dell’ecosistema. Infine, Alessandro Portelli ha indagato il cono d’ombra dell’alterità interna della memoria nazionale.
SALVATORE CINGARI
(Firenze, 1966)
È professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università per Stranieri di Perugia ed è stato visiting professor all’Università del Cairo. Con Il giovane Croce. Una biografia etico-politica (Rubbettino, 2000) ha vinto il Premio nazionale Basilicata. Ha scritto altri tre volumi su Benedetto Croce e vari studi sulla cultura italiana fra Ottocento e Novecento. Alcuni suoi saggi sono stati tradotti in portoghese e in inglese. Il suo libro più recente è La meritocrazia (Futura, 2020), una storia critica dell’ideologia meritocratica.
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