Solo se sono libera. Voci di donne dal catalogo Castelvecchi
SOLO SE SONO LIBERA è un progetto di Castelvecchi editore che a partire dall’8 marzo racconterà le autrici del nostro catalogo in rappresentanza dei campi più diversi del sapere. Le iniziative proseguiranno per tutto l’anno attraverso la pubblicazione di contributi inediti che saranno trasmessi sui nostri social, estratti, presentazioni, uno store Amazon dedicato, e ogni mese un nuovo libro scaricabile gratuitamente dal nostro sito.
Le autrici protagoniste di questa prima parte del progetto: Ágnes Heller, Adriana Cavarero, Rachel Bespaloff, Teresa Forcades, Chiara Bottici, Charlotte Salomon, Simone Weil, Eva Illouz, Alexandra Kohan, María Zambrano, Zoja Svetova, Linda Nochlin, Estelle Zhong Mengual.
Il primo libro in regalo è “Solo se sono libera” di Ágnes Heller, libro intervista tradotto da Elisabeth Zoja, che dà il nome al nostro progetto e in cui la grande filosofa ripercorre alcuni temi fondamentali del suo pensiero, primo fra tutti la “libertà”.
Cosa significa per lei “libertà” e che valore le attribuisce? Queste sue esperienze politiche hanno influenzato il suo concetto filosofico di libertà?
La libertà per me è il valore supremo. E lo era già a un’età in cui neanche conoscevo il concetto di “valore supremo”. A tre o quattro anni sentivo la libertà come uno stato che bisogna mantenere. Quando poi entrai nell’età adulta, a tredici o quattordici anni, ho capito che libertà significa anche assenza di repressione. Come tutti i bambini ebrei, durante l’occupazione tedesca venni condannata a morte, e così “libertà” per me significò semplicemente liberazione dal nazismo. Ma vuol dire anche parità, poter acquisire una cittadinanza e scegliere liberamente cosa fare della propria vita. Questo l’ho compreso dopo la liberazione dal nazismo, quando fu chiaro che l’Ungheria aveva bisogno di istituzioni indipendenti per poter esercitare la libertà appena conquistata. Ai tempi credevo ancora nelle istituzioni democratiche moderne che hanno avuto la loro origine in Ungheria tra il 1945 e il 1947, e mi illudevo che potessero durare. Ma lo stalinismo ha portato un’altra perdita di libertà: nel 1956 vi furono più di duecento esecuzioni immotivate e migliaia di arresti. Si era liberi solo nella propria anima o nella cerchia di amici più stretti. Ed è stato attraverso questa libertà interiore che ho scelto di essere filosofa e che ho potuto sviluppare le mie capacità di pensiero teorico. Agnes Heller