La poesia è la forma della materia

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Giorgio Manacorda

La poesia è la forma della materia

Che cos’è la poesia? Un pianto in endecasillabi sciolti? Un amore in rime baciate? Tutti sanno cos’è la letteratura, ma nessuno sa cos’è la poesia. Nell’anno 1900 Planck avanzò la sua ipotesi dei quanti: «La materia non esiste. Tutto è vibrazione»; nello stesso anno Freud pubblicò L’interpretazione dei sogni, il luogo umano della materia “inesistente”. Dov’è la realtà che per secoli ci siamo raccontati? Giorgio Manacorda sostiene che è nella poesia la capacità di essere il mondo dei quanti, ovvero il mondo come tale, quindi anche la materia degli umani. Dopo un secolo e più di tentativi filosofici, linguistici, sociologici nessuna definizione di poesia è riuscita a sopravvivere – eppure sono le scienze che si sono rivolte alla poesia per spiegare cose che non capiscono con uno strumento che non conoscono. Forse è davvero la poesia che può far vedere il mondo aleatorio, impossibile, immateriale dei quanti in cui l’intelligenza della scienza moderna ci ha immerso.


GIORGIO MANACORDA
Poeta, narratore e germanista, è nato a Roma nel 1941. Ha insegnato Letteratura tedesca in varie università e pubblicato romanzi (tra cui Il corridoio di legno, Voland 2012, e L’intervista, Castelvecchi 2018), poesie (per Scheiwiller Scrivo per te, mia amata e altre poesie (1974- 2007), 2009; per Elliot Viaggio al centro della terra, 2014, Catabasi, 2019, Strappi siberiani, 2021; per Castelvecchi O Dante! Un poema per il 2000, 2022) e saggi (per Castelvecchi La poesia, 2016, La politica è un problema, 2021, Pier Paolo poeta. Le poesie di Pasolini, 2022, Novecento tedesco. Narrativa Poesia Teatro, 2023). Con Alfonso Berardinelli e Walter Siti, ha diretto la rivista «L’età del ferro» (Castelvecchi).

Il Sole 24 Ore 21/04/24

 

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