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Il grande romanzo d’amore di Guillaume Dustan

Il capolavoro che ha consacrato una delle voci più irriverenti della letteratura francese. Un romanzo che è confessione e denuncia, una cronaca dell’HIV ma anche un diario d’amore intessuto di articoli di giornale, riflessioni letterarie e politiche.

Pubblichiamo un estratto di Nicolas Pages di Guillaume Dustan, dal 7 febbraio in tutte le librerie.

Parlava un po’ di più, cioè a volte dopo duemila ore che gli rompevo l’anima riuscivo a tirargli fuori qualcosa. Il problema era che mi scopava sempre di fretta. All’inizio è per questo che l’avevo soprannominato Coniglietto. Pure per i suoi occhi neri, così dolci, di una dolcezza imperscrutabile. Insomma, ciò detto, riusciva a sborrare inculandomi. Io no. Prigioniero della tecnica copiata da Quentin, mi tenevo a distanza. Avevo paura. Quentin m’aveva insegnato la guerra. La miglior difesa era la distruzione. Un instancabile sguardo critico è l’arma totale. Lo punivo. Mi scordavo di lui. Lo facevo apposta a non comprare la Fanta. Gliene facevo di ogni. Gli rompevo l’anima. Volevo cambiarlo. Gli sbraitavo contro. Non gli davo tregua. Ero infelice. Compensavo facendo il bambino. Un giorno l’ho portato a visitare il carcere di Punaauia. M’era stato concesso l’accesso in quanto magistrato. Sono sensibile alle sofferenze del popolo dai tempi del mio stage-ENA: Clergerie, che per un pelo non m’aveva espulso dalla scuola tanto ero arrogante (va detto che lui era assai sgradevole, il tipico self-made man isterico), mi c’aveva rinchiuso per cinque settimane di fila alla catena di montaggio per darmi una lezione, ero avvelenato, ma è chiaro che l’incontro con la classe operaia ha contribuito a cambiare la mia vita. Insomma, Nelson ha strippato. Dacché siamo usciti non ha più detto una parola. E poi se n’è andato a letto e ha dormito per ventiquattro ore. L’analogia con la sua vita e, senza dubbio, con quello che gli facevo passare era stata troppo forte. A onor del vero dormiva tutto il tempo. Il tempo di dimenticare tutto. Al risveglio, era gentile. Non m’amavo per niente, tranne quando amavo lui.

Titolo originale: Nicolas Pages
Traduzione dal francese di Francesco Leto
© P.O.L éditeur, 2021
© 2025 Lit Edizioni s.a.s.
Tutti i diritti riservati

Guillaume Dustan

NICOLAS PAGES

Guillaume incontra Nicolas durante un firmacopie in Belgio. Uno sguardo, due parole, e il loro legame diventa detonatore. Guillaume si getta a capofitto in questo amore che scortica, passando al setaccio le proprie dipendenze e la propria fame di emozioni. Parigi pulsa tutt’intorno, frocia, frenetica, un labirinto di club, di corpi che si intrecciano, di desideri che si inceneriscono troppo in fretta. Nicolas è eccesso, è fuga e vertigine, si muove tra le luci stroboscopiche della notte e i silenzi lunghi della solitudine. Guillaume, implacabile, smonta la vita pezzo per pezzo: l’amore diventa ossessione, l’arte e il sesso si confondono. Ogni pagina è una confessione senza pudore, una dissezione dei sentimenti, e il corpo non è più un tempio ma un campo di battaglia. La libertà è lì, a un passo, ma impone una lotta continua perché si possa afferrarla. Nicolas Pages urla contro ogni convenzione, sputa in faccia a chi cerca facili consolazioni. La voce di Dustan graffia, senza freni, senza scuse, cattura la frenesia e il crollo di un’intera generazione. Un manifesto feroce che ha consacrato Dustan tra le voci più incendiarie della letteratura francese.

GUILLAUME DUSTAN
Pseudonimo di William Baranès (1965-2005), è stato scrittore, giornalista, editore francese. Dopo la laurea all’École Nationale d’Administration, intraprende la carriera da magistrato ma quando scopre di essere sieropositivo abbandona tutto, cambia nome, si rade la testa, pubblica tre romanzi con P.O.L e crea “Le Rayon” per Balland, prima collana francese a tema omosessuale. Riscoperto di recente, è stato tradotto in diversi Paesi e l’università Sorbona gli ha dedicato la “Settimana Dustaniana”, evento che ne ha celebrato l’impatto sulla cultura e la letteratura. Castelvecchi ha pubblicato il primo volume della sua trilogia, Nella mia stanza (2023), cui seguiranno Stasera esco e Più forte di me. Con Nicolas Pages, il romanzo che lo ha consacrato, ha vinto il prestigioso “Prix de Flore” (1999).

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