Vintila Horia

(Segarcea, 1915 – Collado Villalba, 1992) Pseudonimo di Vintila Caftangioglu, dal 1936 collabora alla rivista «Gandirea», diretta dal filosofo Nichifor Crainic. Nel 1940 diventa addetto stampa dell’Ambasciata romena in Italia e dal 1942 al 1944 ricopre la stessa funzione a Vienna. Arrestato alla fine della Guerra, si trasferisce in Italia, dove stringe una salda amicizia con Giovanni Papini. Nel 1946 il Tribunale del Popolo di Bucarest lo condanna in contumacia ai lavori forzati, con l’accusa di collaborazionismo. Inizia così la sua lunga vita da esiliato, prima in Argentina, poi in Francia e a Madrid, dove insegna Letteratura universale e comparata. Tra le sue opere maggiori, oltre a Dio è nato in esilio, ricordiamo Il cavaliere della rassegnazione (1961) e La settima lettera (1964).

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