Al tramonto, la tigre
Ethel Mannin
Al tramonto, la tigre
Un uomo, una donna, e un’ossessione. Raymond Fern, inglese arruolato nel corpo forestale indiano, prova un’eccitazione fisica nella caccia alla tigre, creatura magica e mitizzata che catalizza i suoi desideri sostituendosi, in un pericoloso gioco di specchi interiori, ad Aline, una donna enigmatica e sfuggente. Sullo sfondo dell’India coloniale, tra giungle selvagge e impenetrabili, prende vita così un romanzo di formazione e d’avventura, una storia di ricerca spirituale, di amore e sensualità. Dopo Tardi ti ho amato, Ethel Mannin affida a questo libro un’altra allegoria di perdizione sacrificale, il racconto di un viaggio al crocevia tra dissoluzione e salvezza.
Ethel Mannin
(Clapham, Londra, 1900 – Teignmouth, Devon, 1984) Nata a Londra da una famiglia di origini irlandesi, giornalista, scrittrice e attivista politica, si autodefinì «repubblicana anti-monarchica e tolstoiana anarchica». Simpatizzò con l’Unione Sovietica prima dell’avvento di Stalin, partecipò alle battaglie anti-imperialiste al fianco delle nazioni africane e fu molto attiva nei movimenti antifascisti, tra cui il Women’s World Committee Against War and Fascism. Per Castelvecchi è apparso nel 2016 Tardi ti ho amato.
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