Alessandro
Klaus Mann
Alessandro. Romanzo dell’utopia
Scritto negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale e pubblicato in Germania nel 1929 – lo stesso anno in cui il padre di Klaus, Thomas Mann, vinse il Nobel per la letteratura –, Alessandro è uno straordinario romanzo storico che ripercorre in chiave narrativa la storia di uno degli eroi più amati di tutta l’antichità classica: Alessandro Magno. Nella versione di Klaus Mann, Alessandro è soprattutto il semidio che nutre lo smisurato sogno di unificare il mondo. «Ciò che mi attirava nel mio nuovo eroe» scriverà «era l’esigenza quasi criminosa del suo sogno, la dismisura della sua avventura». Il lettore è così trascinato in un meraviglioso mondo di gesta eroiche e grandezza d’animo, ma anche di umanissimi contrasti e delusioni d’amore, trattati con grande finezza di scrittura. Particolare attenzione è dedicata al legame che unisce Alessandro e Clito e all’attrazione di Aristotele per il suo allievo, in cui si ravvisa una sublimazione della omosessualità che Klaus aveva reso pubblica nel romanzo La pia danza.
KLAUS MANN
Scrittore tedesco, secondogenito di Thomas Mann. Diciassettenne, scrive già per i giornali berlinesi critiche teatrali; prima dei vent’anni pubblica una raccolta di racconti e il primo romanzo. Fa l’attore e il ballerino; nel ’33, costretto all’esilio, fugge dalla Germania e s’impegna nella lotta contro il nazismo. È autore di romanzi di successo come Mephisto e Il vulcano. Muore suicida a Cannes, in una stanza d’albergo, per overdose di sonniferi.
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