Alternative per il socialismo vol. 57

 

Fausto Bertinotti
Alternative per il socialismo
Il virus e nel capitalismo
aprile, maggio, giugno 2020 numero 57
Non è vero che domani, dopo che il virus sarà sconfitto, saremo tutti migliori e che, con noi, sarà migliore il mondo in cui viviamo. La formula non è né innocente né neutrale. Essa spinge nella nebbia la concreta organizzazione della società, la natura sociale della sua struttura, la questione del potere e oscura le contraddizioni e il duro disagio sociale di cui è fatta la realtà e la quotidianità della vita. Essa ci ripropone, sotto il belletto, l’uomo astorico e asociale, solo con la sua coscienza senza l’altro, se non a sua immagine e somiglianza, senza le relazioni sociali reali. La verità è assai diversa. La crisi del virus radicalizza la crisi di società nella quale si è manifestata e ci mostra il bivio in cui ci troviamo. Il virus funziona come una gigantesca lente d’ingrandimento sui problemi del mondo, dell’Europa e del Paese. «Le Monde» ha scritto che «esso rivela un’accelerazione brutale delle tendenze che erano già all’opera prima della crisi, piuttosto che delle vere rotture con esse». Parlando della situazione mondiale, il quotidiano francese mette in evidenza che la mondializzazione era in crisi già da prima sotto i colpi delle montanti diseguaglianze e dell’impoverimento all’interno dei Paesi più sviluppati. In questo quadro di cui è partecipe, l’Europa era ed è di fronte alla sfida della solidarietà. Fino a ieri l’Europa reale l’ha combattuta sul fronte opposto, oggi è a un bivio. L’emergenza drammatizza la scelta sulla strada da imboccare. Non è vero neppure che il virus sia democratico, le reazioni delle persone al rischio sono fortemente connotate socialmente. Esso investe con la salute le diverse condizioni di vita nei così acutamente diversi ambienti sociali; la povertà è parte costitutiva della sanità pubblica. La sanità è il primo anello della società organizzata che il virus incontra sulla strada. È lei la prima frontiera che si apre sul sistema. Se non si può dire che il virus è causato dal sistema capitalistico, si deve dire che è il capitalismo a determinarne la reazione e la sua natura profonda. Va comunque ricordato che il rapporto perverso tra società e natura che si è stabilito non è certo senza colpa rispetto alla stessa nascita dell’epidemia. Inoltre, la malattia in generale è sempre alimentata dalla povertà e dalla diseguaglianza.
 
 
 
 
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