Arte: nemica del popolo
Roger L. Taylor
Arte: nemica del popolo
L’arte in realtà non riguarda la bellezza, il gusto o il talento; l’arte non ha niente a che fare con il perfezionamento etico dell’uomo, non è una categoria universale dello spirito. L’arte è un raffinato strumento concettuale, messo a punto in un preciso momento storico dai gruppi sociali dominanti allo scopo di tutelare i propri interessi di classe. L’arte evolve adattandosi alle circostanze e si sostiene attraverso l’assimilazione dei fenomeni spontanei della “cultura” popolare. Lo sviluppo della musica jazz ne è un esempio recente: nato come libera espressione creativa degli oppressi, il jazz è stato quindi convertito in forma artistica dalla cultura degli oppressori, perdendo i suoi elementi radicali e contestatari. Pubblicato per la prima volta nel 1978 e finora inedito in Italia, Arte: nemica del popolo non è semplicemente la storia di un’idea, ma un’indagine sulle ambiguità e i pericoli dell’arte in quanto dispositivo ideologico con una funzione discriminatoria.
Roger L. Taylor
Filosofo britannico, dopo aver studiato alla University of Hull e all’University College di Londra, ha insegnato alla Sussex University e ha tenuto conferenze e seminari alla Open University e alla Slade School of Fine Art. Autore di contributi su riviste specializzate quali «Radical Philosophy» e «New Left Review», ha pubblicato inoltre i saggi Beyond Art: What Art Is and Might Become if Freed from Cultural Elitism (1981) e Invisible Cells and Vanishing Masses (2013).
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