Dante, nostro contemporaneo
Marco Grimaldi
Dante, nostro contemporaneo. Perché leggere ancora la Commedia
Il mondo di Dante Alighieri era completamente diverso dal nostro: era un mondo in cui tutti gli uomini sapevano dove avrebbero vissuto, che lavoro avrebbero fatto, quali premi o castighi avrebbero ricevuto nell’aldilà. Benché Dante abbia fatto un lavoro diverso da quello che si potevano aspettare i suoi genitori e abbia vissuto in esilio per metà della sua esistenza, aveva delle idee molto precise sulla vita dopo la morte ed era sicuro che fossero condivise dai suoi lettori. Oggi, quando queste certezze non ci sono più, perché leggiamo ancora la Commedia? Perché è bella? Perché parla nella nostra stessa lingua? Perché ci insegna qualcosa del mondo di ieri? Marco Grimaldi cerca di rispondere a queste domande, spiegando cosa ci interessa ancora del contenuto più profondo del poema dantesco.
MARCO GRIMALDI (Napoli, 1979)
Filologo romanzo, dantista, ha scritto saggi sulla poesia medievale, su Dante, Cavalcanti, Petrarca e Boccaccio. Ha pubblicato un libro sui trovatori e ha curato un’edizione commentata delle Rime di Dante Alighieri. Insegna all’Università di Roma «La Sapienza».
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