Diritto e violenza
Christoph Menke
Diritto e violenza
A cura di Francesco Mancuso e Giovanni Andreozzi
In questo studio i concetti di “diritto” e “violenza” si rivelano interconnessi e genealogicamente legati. Attraverso la lettura delle tragedie classiche, fra cui l’Agamennone, le Eumenidi e Edipo re, ma anche dei testi di Heinrich von Kleist, Walter Benjamin e Heiner Müller, viene analizzato il paradosso che da sempre accompagna il diritto: nato per porre fine alla violenza, la reitera subendone lo stesso destino. Christoph Menke propone così un’idea diversa e nuova di “destituzione” del diritto, che non si configura né come “soppressione”, né come “superamento”, ma nemmeno come occultamento dei paradossi che lo costituiscono: si tratta di pervenire a una attuazione autoriflessiva del diritto, consapevole, “riluttante” (e dunque limitata), giudicante il giudizio stesso attraverso cui si impone la legge, critica contro ogni esercizio potestativo di volontà senza significato.
CHRISTOPH MENKE
(Köln, 1958)
Filosofo, germanista e critico letterario, insegna Filosofia all’Università di Frankfurt am Main. Ha inaugurato il dibattito attorno alla “critica dei diritti”, promuovendo nuove ricerche interdisciplinari e riattivando il nucleo teorico fondativo della Scuola di Francoforte. Tra le sue opere principali: Tragödie im Sittlichen. Gerechtigkeit und Freiheit nach Hegel (Suhrkamp, 1996), Die Gegenwart der Tragödie. Versuch über Urteil und Spiel (Suhrkamp, 2005), Kritik der Rechte (Suhrkamp, 2015).
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