Discorsi d’osteria. Machiavelli e Guicciardini affacciati sul caos

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Piero Bevilacqua

Discorsi d’osteria. Machiavelli e Guicciardini affacciati sul caos

Per un incantesimo Machiavelli e Guicciardini si ritrovano in carne e ossa in un’osteria di paese. Entrambi conservano memoria del loro tempo e insieme consapevolezza del presente. Ma mentre nell’Aldilà avevano assistito agli eventi senza più alcuna passione, ora sono di nuovo carichi dei furori e delle delusioni con cui avevano chiuso gli ultimi anni della loro vita. Riandando ai tempi dell’invasione straniera, essi riflettono sulle ragioni di quella disfatta e sull’Italia presente. I due sono amaramente consapevoli di ritrovarsi in un’epoca di declino per certi versi simile alla loro, di immiserimento civile e di perdita di sovranità. Ma mentre Guicciardini sostiene che «Tutto quello che è stato per el passato è al presente e sarà in futuro», Machiavelli auspica «che un nuovo vento di profezia si alzi a soffiare nelle vele dell’umana famiglia e apra la via a una diversa navigazione».

PIERO BEVILACQUA
Storico e scrittore, già professore di Storia contemporanea presso Sapienza Università di Roma. Per Castelvecchi ha pubblicato, tra i più recenti, Contagina. Dove tutto ebbe inizio (2024), Perduti nel bosco (2023), Dialoghi d’altura. Leopardi e Gramsci in una baita di montagna, Una casa in fronte lago e La città delle ombre perdute (2022), Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville e Ulisse in giro per Roma (2021), Lettere da un altro tempo e Baruch l’infernale. Spinoza e la democrazia degli uguali (2020). Ha inoltre curato il volume Aprire le porte. Per una scuola democratica e cooperativa (2018).

il Fatto Quotidiano 26/10/24

 

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