Filosofia della storia in frammenti
Ágnes Heller
Filosofia della storia in frammenti
A cura di Laura Boella
Scrivere una filosofia della storia è impossibile, così si è creduto nelle svolte epocali del postmodernismo e del decostruzionismo. Ágnes Heller ha voluto sfidare questa certezza affidandosi alla forma del frammento, l’unica in grado di sopravvivere all’esaurirsi dei sistemi, delle grandi narrazioni e – come è parso a un certo punto – della storia stessa, per svelare e interpretare l’immaginazione storica del presente. Il postmoderno con cui Heller si confronta non ha niente di giocoso o ironico: è una prigione, una stazione ferroviaria dove il simbolo della modernità per eccellenza, la locomotiva del progresso, è in partenza verso Auschwitz. Eppure, bisogna avere il coraggio di abitare il presente, accettando di vivere nella contingenza cosmica e sforzandosi di andare oltre.
Pubblicato inizialmente nel Regno Unito nel 1993 e qui tradotto per la prima volta in italiano, Filosofia della storia in frammenti è una immensa narrazione filosofica, tracciata sulla scia di Walter Benjamin, verso la «coscienza dei nostri limiti», «della nostra relazione con il passato» e «con la cultura in generale».
ÁGNES HELLER
Filosofa ungherese di origini ebraiche, fu allieva di György Lukács. Espulsa nel 1959 dall’Università di Budapest, fu ammessa nel 1963 nell’Accademia delle Scienze, divenendo l’esponente di punta della cosiddetta Scuola di Budapest. Dal 1978 ha insegnato all’Università di Melbourne per trasferirsi poi alla New School for Social Research di New York. Castelvecchi sta pubblicando tutta la sua opera.
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