Generazione Hikikomori
Anna Maria Caresta
Generazione Hikikomori
Isolarsi dal mondo, fra web e manga
I nostri figli passano moltissimo tempo davanti al computer o allo smartphone, e alcuni giovani stanno incollati a uno schermo addirittura fino a 16-18 ore. Cominciano così a scambiare il giorno con la notte, ad abbandonare gli studi, finché scatta una vera e propria “sindrome da ritiro sociale” e corrono il rischio di diventare hikikomori – da hiki ‘ritiro’ e komori ‘essere rinchiuso’. È questo l’incubo di ogni genitore. Generazione hikikomori è un viaggio alla scoperta delle persone, dai 12 ai 40 anni, che si sono tagliate fuori dal mondo e vivono in casa prigioniere di se stesse. In Giappone, dove il disagio si è inizialmente diffuso, gli autoreclusi sarebbero almeno un milione; in Italia il fenomeno si fa sentire già da qualche anno e si stima che i ritirati sociali siano ormai 120mila, tra i 12 e i 26 anni. Anna Maria Caresta ha intervistato sia gli hikikomori giapponesi sia gli operatori sanitari che li prendono in carico, incontrando anche i medici che in Italia si occupano di questo male senza più confini.
Anna Maria Caresta
Giornalista, ha scritto per «Il Messaggero», «la Repubblica» e «Paese Sera». Negli anni Novanta approda al Giornale Radio Rai, dove si occupa di cronaca e di interni. Arriva poi l’esperienza come conduttrice alle “all-news” e al programma settimanale Il trucco e l’anima della redazione “Cultura e spettacolo”. Abraham Yehoshua, Paul Auster, David Grossman, Orhan Pamuk, Dan Brown, Ken Follett ed Edna O’Brien sono tra i grandi scrittori che ha intervistato.
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