Il serpente Ouroboros
Come in un sogno, “Il serpente Ouroboros” ci trasporta in una terra lontana governata dalle leggi della magia, dove due regni sono in lotta per la gloria o la distruzione totale. Il duello mortale tra Gorice, il Re stregone di Witchland, e Goldry, Signore di Demonland, segna l’inizio di una guerra che coinvolgerà eroi, mostri, incantatori e principesse, trascinati nel vortice delle armi fino all’inaspettato finale. Pubblicato nel 1922, il romanzo fonde in una nuova forma letteraria elementi dell’epica classica, delle saghe nordiche, dei poemi cavallereschi e del romanzo gotico: è l’atto di nascita del fantasy, molti anni prima che Tolkien, amico e attento lettore di Eddison, creasse la Terra di Mezzo. L’ipnotico stile dell’autore evoca la presenza del soprannaturale e le passioni barbariche rimanendo fedele allo spirito delle antiche leggende. “Questa non è né un’allegoria né una favola”, scrive, “ma na storia da leggere per il proprio piacere”. Narrativa pura, dunque, sorretta da una prosa ricchissima e dalla fantasia di un vero creatore di mondi.
ERIC RÜCKER EDDISON (Leeds, 1882-1945)
Studioso delle leggende nordiche, dopo Il serpente Ouroboros, suo esordio nella narrativa, ha scritto il ciclo noto come “Trilogia di Zimiamvia”, poesie e riscritture di saghe nordiche. Già apprezzato dai suoi contemporanei J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e James Stephens, è oggi riconosciuto come uno dei
padri dell’epic fantasy, irrinunciabile punto di riferimento per generazioni di autori, da Ursula K. Le Guin a Clive Barker, fino a Michael Moorcock.
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