Il socialismo
Max Weber
Il socialismo
Dopo aver sottoscritto le famose Idee del 1914, in cui l’Accademia Germanica sposava le tesi espansionistiche della nuova Germania imperiale e federale, ossia il manifesto con cui giustificare l’intervento nella Grande Guerra, Weber accetta nell’estate del 1918 di tenere un corso sulla cattedra di Economia politica all’Università di Vienna. Nella capitale austriaca tiene pure una conferenza, su invito dello Stato Maggiore dell’imperial-regio esercito austro-ungarico, sul tema del socialismo e della Rivoluzione d’Ottobre, dando un’originale interpretazione di quel che sta accadendo in Russia. Sfatando definitivamente il luogo comune che lo voleva come il “Marx della borghesia”, Weber si pone come un pensatore politico liberal-conservatore di una specie ben diversa da quella di stampo anglosassone. Nell’inusitata lezione agli ufficiali di un esercito, Weber riesce a spiegare in modo originale le vicende russe ponendole a confronto con i testi marxiani e le aspettative del movimento socialdemocratico in Occidente.
Max Weber
(Erfurt, 1864 – Monaco di Baviera, 1920) Ritenuto il padre fondatore della sociologia, è autore anche di saggi fondamentali di Storia, Economia e Politica. Ha insegnato Economia politica a Friburgo e a Heidelberg, e diretto l’«Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik», con Edgar Jaffé e Werner Sombart. Dopo la Prima Guerra Mondiale ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico Tedesco e contribuito alla redazione della Costituzione della Repubblica di Weimar. Tra le sue opere principali ricordiamo almeno Economia e società, Sociologia della religione e la Storia economica.
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Corriere della Sera
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