Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville
Piero Bevilacqua
Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville
In una piovosa giornata del gennaio 2021, nel castello di Tocqueville si radunano per una breve rimpatriata alcuni grandi spiriti della modernità. Oltre al padrone di casa, siedono in salotto Marx, Lenin, Edmund Burke, Milton Friedman, Rosa Luxemburg, Nietzsche e Gramsci. A dispetto della loro condizione di trapassati, gli ospiti non solo conservano intatta l’eredità del loro pensiero, ma sono informatissimi sul presente, su cui intervengono con l’asprezza e la passione dei vivi. E pochi grandi nodi della modernità sfuggono al loro argomentare: la lunga decadenza dell’Italia, il capitalismo americano e la democrazia, le religioni nel mondo contemporaneo, lo sfruttamento coloniale e il razzismo, la libertà e il mercato, la Rivoluzione d’Ottobre e il crollo del mondo sovietico, la frantumazione individualistica delle società, il nichilismo di massa, la scomparsa della verità dalla discussione pubblica, le minacce che il riscaldamento climatico e la predazione delle risorse proiettano sul futuro prossimo. La condivisa consapevolezza dello stretto sentiero su cui gli uomini si sono irresponsabilmente incamminati li porta a cercare una possibile via d’uscita imposta dalla necessità della salvezza.
RASSEGNA STAMPA
Il Manifesto
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