La guerra permanente
Gianni Flamini
La guerra permanente
Strutture, dinamiche e retroscena del terrorismo e dell’antiterrorismo globali
Il terrorismo che dilaga nel Medio Oriente, in Asia centrale, nell’Africa sub-sahariana e fin sul continente europeo, è la dimostrazione dell’esistenza di un grande male che l’Occidente, ipocritamente, descrive come uno spettro islamico: prima si chiamava Al Qaeda, adesso Califfato. Tanto l’una quanto l’altro sono farina dello stesso sacco, da cui è uscita la follia della guerra globale al terrorismo. Analizzando la pantomima tragicomica della Storia in cui ciclicamente ci si allea con i vecchi nemici per sconfiggere gli alleati di un tempo, Gianni Flamini richiama lo spropositato bilancio delle vittime, i costi stratosferici, le ragioni reali e le invenzioni propagandistiche nel quadro di una politica occidentale che segue un doppio binario: terroristi come patrioti (Libia, Siria, Ucraina) e patrioti come terroristi (arabi di Palestina, curdi di Turchia). Il rigore della ricostruzione deriva dalla nutrita cronologia e ci aiuta a smascherare la strategia imperiale che è all’origine del terrorismo globale.
Gianni Flamini
(Bologna, 1934) fa il giornalista e da oltre quarant’anni scrive di terrorismo, sovversione e politica parallela (quella che si fa ma non si dice). È autore di numerosi libri-inchiesta fra cui Il partito del golpe (1981-1985, in quattro volumi), La banda della Magliana (2002), Brennero Connection. Alle radici del terrorismo italiano (2003), L’Italia dei colpi di Stato (2007), La Repubblica in ostaggio (2016).
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