La Nuova Europa
Tomáš Garrigue Masaryk
La Nuova Europa. Il punto di vista slavo
Presentazione di Koloman Gajan
A cura di Francesco Leoncini
Con la commemorazione di Benedetto Croce
Sicuramente tra i maggiori leader democratici della prima metà del Novecento, Tomáš G. Masaryk contrappone la libertà delle «piccole nazioni» al centralismo delle «vecchie monarchie», e legge il desiderio di indipendenza dei popoli alla luce della «futura organizzazione federativa dell’Europa». Nella temperie di una guerra non voluta ma subita, racconta la storia della Boemia e auspica la creazione di uno Stato dei cechi e degli slovacchi. Come in Mazzini, vi è in lui l’interpretazione democratica dell’autocoscienza nazionale, ancorata agli ideali di solidarietà e tolleranza, in netta contrapposizione ai contenuti razzisti e imperialisti presenti all’epoca, ben lontani dallo scomparire nel mondo d’oggi. Opera di largo respiro che risente appieno delle idealità scaturite dal conflitto mondiale, La Nuova Europa appare come necessario antidoto a ogni preteso particolarismo e quale risposta a ritorni autoritari e a nuovi despoti. .
Tomáš Garrigue Masaryk
K (Hodonín, Moravia, 1850 – Castello di Lány, Praga, 1937)
Dopo studi a Vienna e a Lipsia, viene chiamato nel 1882 alla cattedra di Filosofia nella neonata sezione ceca dell’Università Carlo di Praga. Intellettuale provocatore e anticonformista, allo scoppio della
guerra decide di espatriare. Roma è la prima tappa. Sarà poi a Ginevra, Parigi, Londra e in Russia.
Con la Legione cecoslovacca attraversa la Siberia e nella primavera del 1918 arriva negli Stati Uniti.
A dicembre rientra a Praga come presidente del neonato Stato cecoslovacco. Sarà rieletto altre tre
volte. Si dimette nel 1935 per ragioni di salute.
Francesco Leoncini
Storico e slavista, è membro onorario della Masarykova Spole?nost (‘Società Masaryk’) di Praga.
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