La porta di Parmenide

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Giuseppe Ferraro
La porta di Parmenide
Come è cambiata la città e dove è finita la libertà? Fuori dalla logica di inclusione, esclusione, reclusione, l’autore parla della libertà come declusione, nel senso di un’apertura continua del cerchio della Città. Il libro attraversa le immagini della Porta della Giustizia di Parmenide e quella della Legge di Kafka, arrivando alla Porta Carraia di Nietzsche. Nel corso del racconto avviene un “fantastico incontro” tra i filosofi che convengono con Kant nella valle dei templi di Paestum, tra le voci di una scolaresca in visita agli scavi e ricordi di persone detenute in carcere. Sullo sfondo è il mare, coi volti dei migranti che arrivano sulle coste dove un tempo approdarono i fondatori delle città di Elea, Crotone, Reggio, Taranto… Parmenide stesso veniva da una famiglia di profughi focesi, dalla Ionia. Il libro si conclude immaginando un corteo di filosofi migranti sulla via del cerchio della verità per una cittadinanza senza nazione.

 

Giuseppe Ferraro
È responsabile della scuola Filosofia Fuori le Mura. Docente per l’università Federico II di Napoli, ha tenuto corsi alla Albert Ludwigs Universität di Friburgo e in università dell’America del Sud. Porta la filosofia nei luoghi d’eccezione, nelle periferie e nelle carceri, impegnato nell’idea di una giustizia restitutiva. È ideatore del progetto Bambini in Filosofia e membro del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. È autore di molti saggi, tra cui i più recenti sono L’anima e la voce (2013), Imparare ad amare e Bambini in filosofia (Castelvecchi, 2015).

 

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