Leonardo o dell’arte
Leo Ferrero
Leonardo o dell’arte
Nel 1929 Leo Ferrero, giovane intellettuale antifascista, è a Parigi nel tentativo di sottrarsi all’inazione forzata a cui in patria lo costringe il regime. Qui, lo stesso anno, pubblica Leonardo o dell’arte, per il quale ottiene da Paul Valéry un esteso scritto introduttivo. Nel saggio, Ferrero analizza i materiali che costituiscono il Trattato della pittura in una prospettiva critica personale, in controtendenza con le interpretazioni allora più autorevoli. In effetti, il testo leonardesco è la strada attraverso cui l’autore indaga le questioni fondamentali della creazione artistica, vero cuore della sua riflessione. Il testo viene ora finalmente riproposto dopo la rarissima edizione originale, accompagnato dall’introduzione di Valéry, qui tradotta per la prima volta in italiano.
Leo Ferrero
(Torino, 1903-1933) Narratore, poeta e autore di testi teatrali, figlio di Guglielmo Ferrero e Gina Lombroso. Nel 1924, grazie a Pirandello e D’Amico, entra a far parte del Teatro dei Dieci. Collaboratore di «Solaria», si laurea nel 1926 a Firenze in Storia dell’arte e nel 1928 parte per Londra; si trasferisce quindi a Parigi in esilio volontario. Nel 1931 comincia a scrivere per il «New York Times Magazine» e nel 1932, ottenuta una borsa di studio dalla Fondazione Rockefeller, si trasferisce negli Stati Uniti, dove l’anno seguente muore in un incidente d’auto. Tra i suoi lavori: La Palingenesi di Roma (con il padre, 1924), Angelica (1934), La catena degli anni (1939), Meditazioni sull’Italia (1939) e Diario di un privilegiato sotto il fascismo (1946).
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