Pasolini. Un omicidio politico
Andrea Speranzoni; Paolo Bolognesi
Pasolini. Un omicidio politico
Viaggio tra l’Apocalisse di Piazza Fontana e la notte del 2 novembre 1975
Il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia viene rinvenuto il corpo massacrato dello scrittore Pier Paolo Pasolini. La televisione italiana basa la responsabilità dell’omicidio sulla confessione di Giuseppe Pelosi, che solo nel 2005 ammetterà la presenza di altre persone. Pochi giorni dopo anche Sergio Citti inizierà a parlare del furto di alcune bobine delle riprese del film Salò o le 120 giornate di Sodoma e delle richieste estorsive che precedettero l’omicidio. Le bobine rubate ricomparvero inaspettatamente nel 1976, ma ad oggi non sono mai state visionate. L’ultima inchiesta della Procura di Roma acquisisce nuovi materiali inediti, testimonianze di chi vide almeno 6-7 persone massacrare Pasolini. Gli autori, analizzando l’ultima indagine giudiziaria – documentazione inedita contenuta nei processi per le stragi di Piazza della Loggia e di Piazza Fontana –, il rapporto epistolare emerso tra Pasolini e Giovanni Ventura – nel 1974-1975 uno dei due principali imputati per la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 – e gli “interventi corsari” dello scrittore, individuano i gravi episodi di minaccia che Pasolini aveva subito prima dell’omicidio. Aggressioni fisiche cui fa da contrappunto la scelta del poeta civile di dire la verità sulle dinamiche del nuovo Potere senza volto e sui patti che si fondavano sulle stragi.
Andrea Speranzoni; Paolo Bolognesi
Andrea Speranzoni, saggista, ha anche difeso come avvocato familiari delle vittime ed enti pubblici nei principali processi per i crimini nazifascisti in Italia e nelle vicende di terrorismo che hanno colpito il nostro Paese tra il 1974 e il 1980. Dal 2013 difende le vittime delle dittature sudamericane nel processo relativo al Plan Condor. È presidente del Comitato bolognese per la verità sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Paolo Bolognesi, parlamentare e presidente dell’Associazione 2 Agosto 1980. È stato primo firmatario di una proposta di legge che istituisce la Commissione parlamentare di inchiesta sul delitto Pasolini e promotore di numerose iniziative, a cui hanno aderito migliaia di cittadini, perché il parlamento l’approvasse in questa legislatura.