Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord
Stefano Fassina
Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord
Prefazione di Pier Luigi Bersani
Nuova edizione aggiornata
Introdotta nella Costituzione nel 2001, ritornata al centro del dibattito pubblico dopo l’approvazione della Legge 86/2024, l’autonomia differenziata voluta dalla Lega e dal Governo Meloni divide la nazione. Avversata come “secessione dei ricchi”, il suo impatto ha finora preoccupato soprattutto il Mezzogiorno, sebbene la legge danneggi l’Italia intera. Confindustria, Banca d’Italia, associazioni dell’artigianato e del commercio, cooperative, ANCI, organizzazioni sindacali e Conferenza Episcopale Italiana hanno lanciato negli scorsi mesi allarmi rimasti inascoltati. A novembre 2024 è intervenuta la Corte costituzionale a ribaltarne l’impianto. Soltanto la consapevolezza che l’autonomia differenziata penalizza lavoratori, famiglie e imprese anche del Nord può fermare i tentativi di aggirare le dichiarate incostituzionalità. A partire dall’istituzione di una Camera delle autonomie territoriali e dalla correzione del mercato unico europeo, Stefano Fassina propone una strada alternativa al conflitto tra Nord e Sud e offre una soluzione alla “questione settentrionale”.
STEFANO FASSINA
Economista ed ex deputato della Repubblica, dal 2000 al 2005 ha lavorato al Fondo Monetario Internazionale. È stato responsabile Economia e Lavoro nel Partito Democratico guidato da Pier Luigi Bersani e poi viceministro dell’Economia e delle Finanze nel Governo Letta. Dal 2018 è presidente dell’associazione Patria e Costituzione. Per Castelvecchi ha pubblicato Il mestiere della sinistra. Nel ritorno della politica (2022).
Corriere del Mezzogiorno 23/06/24
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Prefazione | PIER LUIGI BERSANI |
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