Raffaello
Eugène Delacroix
Raffaello
Oltre a essere un pittore prolifico, Eugène Delacroix è stato un uomo di cultura, autore di un discreto numero di opere letterarie. Una parte di questa produzione aveva lo scopo di comunicare al pubblico le sue opinioni circa alcuni problemi estetici basilari. In questo testo del 1830, il primo di una serie di articoli apparsi sulla «Revue de Paris» e dedicati a grandi maestri del passato – Michelangelo, Puget e Poussin –, il campione del Romanticismo in pittura sceglie di confrontarsi con un artista dall’indole apparentemente opposta alla sua: Raffaello Sanzio, l’emblema del Rinascimento italiano e del Classicismo più nobile. Rigettando ogni lettura tendenziosa, Delacroix loda Raffaello per la misura compositiva, la capacità di curare il dettaglio senza diventare mai pedante, e trae spunto dalla sua storia per dimostrare come il talento sia elemento necessario ma non sufficiente all’affermazione del genio, che in definitiva dipende sempre da una felice concomitanza di diversi fattori.
Eugène Delacroix
(Charenton-Saint-Maurice, 1798 – Parigi, 1863) Figura carismatica della pittura romantica, si forma nell’atelier di Pierre-Narcisse Guérin e studiando al Louvre. In seguito al suo viaggio in Marocco, nel 1832 introduce nella pittura francese l’Orientalismo come tema pittorico attuale. Il catalogo della sua opera annovera ben 9.140 lavori. Grande amico di Baudelaire, per anni espone regolarmente nei Salon parigini. Riceve incarichi di vaste decorazioni: dell’aula e della biblioteca della Camera dei Deputati (1835, 1838-1847), del soffi tto della Galleria d’Apollo al Louvre (1849-1851), della Cappella dei Santi Angeli a Saint-Sulpice (1853-1861). Celebre il suo Diario, pubblicato postumo in tre volumi (1893-1895).
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