Realtà sintetica

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Paolo Benanti
Realtà sintetica
Dall’aspirina alla vita: come ricreare il mondo?
Quando, nell’Ottocento, William Perkin sfruttò il risultato casuale di un esperimento finito male, inventò il colorante malva e fece nascere la chimica industriale (degli esplosivi, della fotografia, dei profumi). Da allora siamo stati in grado di “sintetizzare”, cioè produrre reazioni chimiche, e creare medicine come l’aspirina, colori, diamanti, carne e addirittura la vita. Emerge così una nuova categoria con cui classificare la realtà, il sintetico: qualcosa che non è distinguibile dal naturale, ma che esiste perché prodotto secondo processi che normalmente definiscono l’artificiale. Che significa? Oggi possiamo teoricamente produrre per sintesi un essere umano o la vita aliena per un altro pianeta. Quali domande etiche pone tutto questo? Ciò porterà a sconfiggere tutte le malattie oppure l’uomo, giocando ad essere Dio, trasformerà il futuro in un incubo distopico?

 

Paolo Benanti
(Roma, 20 luglio 1973) Professore di Teologia morale e Bioetica presso la Pontificia Università Gregoriana e religioso francescano del Terzo Ordine Regolare. Si è specializzato in studi teologici e filosofici sul mondo delle biotecnologie e della bioetica, perfezionando gli studi presso l’Università di Georgetown a Washington D.C. e discutendo una tesi dottorale in Teologia morale presso l’Università Gregoriana, dove insegna dal 2008. Per Castelvecchi ha già pubblicato Postumano, troppo postumano (2017).

 

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