Resistenza. La folle speranza di un nuovo umanesimo
Ernesto Sabato
Resistenza. La folle speranza di un nuovo umanesimo
«Se diventiamo incapaci di creare un clima di bellezza nel piccolo mondo intorno a noi e ci dedichiamo soltanto alle ragioni del lavoro, tante volte disumanizzato e competitivo», come possiamo resistere all’incedere silenzioso dell’indifferenza e dell’isolamento? Come possiamo evadere dalla prigione della solitudine, riabbracciare il battito della vita e riscoprire il primato delle emozioni? Nel suo testamento spirituale, Ernesto Sabato posa il suo sguardo disincantato sulla società tecnologica del nostro presente, ipnotizzata dal bagliore televisivo e incapace di godere del mistero di un’opera d’arte o del piacere di una conversazione tra amici. In cinque lettere indirizzate al lettore Sabato lancia un appello a non rassegnarsi, a ritornare al cuore delle cose, nella convinzione che solo «i valori dello spirito ci possono salvare dal terremoto che minaccia la condizione umana». Un invito a resistere al buio della «notte in cui viviamo», sorretti dalla certezza che «il mondo non può nulla contro un uomo che canta nella miseria».
Ernesto Sabato
(Rojas, 1911 – Santos Lugares, 2011)
Fisico di formazione, dopo gli studi compiuti in Argentina e a Parigi, nel 1945 abbandona la carriera scientifica per dedicarsi interamente alla letteratura e alla pittura. Coniugando da sempre scrittura e impegno politico, all’indomani della caduta del regime militare del generale Videla viene nominato presidente della Commissione nazionale sui desaparecidos. È autore della trilogia Il tunnel (1948 – Feltrinelli, 2014), Sopra eroi e tombe (1961 – Einaudi, 2009) e L’angelo dell’abisso (1974 – Sur, 2012), e di una corposa produzione saggistica, fra cui Lo scrittore e i suoi fantasmi (1963 – Meltemi, 2000), Prima della fine (1998 – Sur, 2011) e La resistenza (2000), qui per la prima volta in italiano.
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