Socialismo. Utopia attiva

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Zygmunt Bauman
Socialismo. Utopia attiva
Nel momento in cui l’ideale socialista viene riscoperto in tutto il mondo, da Bernie Sanders a Jeremy Corbyn, l’analisi di Bauman ritorna di grande attualità. Il filosofo polacco, in un periodo in cui la spinta utopica nata con Babeuf alla fine del Settecento sembrava isterilita tra la crisi delle socialdemocrazie occidentali e il plumbeo autoritarismo del “socialismo reale”, ripercorre le tappe dell’impatto che l’utopia socialista ha avuto sullo sviluppo della società moderna. Partendo dalla contrapposizione tra pensiero sociale utopico e positivismo scientifico, Bauman presenta il socialismo come controcultura della società capitalista, esamina le ragioni del fallimento della sua applicazione alla Rivoluzione Russa ed esplora, infine, alcune forme che l’utopia socialista potrebbe assumere nelle società industriali di fine Ventesimo secolo.

 

Zygmunt Bauman
(Poznan, 1925 – Leeds, 2017) Filosofo e sociologo polacco di origini ebraiche, si è formato all’Università di Varsavia e alla London School of Economics. Nel 1968 ha perso la cattedra a Varsavia a causa della ripresa dell’antisemitismo e dei conflitti interni che allora infiammavano la Polonia. Rifugiatosi dapprima in Israele, ha in seguito insegnato Sociologia all’Università di Leeds in Gran Bretagna a partire dal 1971, dove è rimasto sino alla morte (9 gennaio 2017). Si è guadagnato una fama internazionale grazie alle sue ricerche sui rapporti fra modernità e totalitarismo, e fra moderno e postmoderno, coniando il nuovo concetto di “società liquida”. Castelvecchi ha già pubblicato Scrivere il futuro (2016), Meglio essere felici e La libertà (2017), Le nuove povertà (2018).
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