‘Sta porcaccia infamaccia ammalatia. 1837: il colera a Roma
Marcello Teodonio
‘Sta porcaccia infamaccia ammalatia. 1837: il colera a Roma
Tra il 1817 e il 1837 il mondo fu flagellato da una pandemia di colera, malattia fino a quel momento sconosciuta, che la scienza medica si rivelò impreparata ad affrontare. Morbo implacabile, dal decorso velocissimo, la sua diffusione fu favorita dall’organizzazione della società dell’epoca, caratterizzata da infrastrutture arretrate (servizi igienici, fognature, acquedotti) e dallo sviluppo dei traffici a livello mondiale. Subito interpretato come una nuova peste, il colera riaccese quella psicosi fatta di disperata volontà di resistenza, rassegnazione, rabbia e angoscia di fronte all’inesorabile aggressività della morte, che si era radicata nell’inconscio collettivo durante le pestilenze dei secoli precedenti, e che nell’Ottocento sembrava del tutto rimossa. Il libro ricostruisce gli eventi dell’epidemia che colpì violentemente Roma nel 1837, facendo ricorso ad autentici documenti del tempo: lettere, memorie, atti ufficiali delle istituzioni, cronache, articoli e testi letterari.
MARCELLO TEODONIO
(Roma, 1949), considerato uno dei massimi esperti della letteratura in romanesco, è professore di Letteratura romanesca presso la cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli e socio ordinario dell’Istituto Nazionale di Studi Romani e del gruppo dei Romanisti. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La letteratura romanesca (2004), Il classico nella letteratura romanesca del Novecento (2001) e, per Castelvecchi, Vita di Belli (2016) e Introduzione a Belli (2017).
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