Un gentiluomo di francia
Stanley J. Weyman
Un gentiluomo di francia
Ovvero le memorie di Gaston de Bonne, signore di Marsac
Amato entusiasticamente da Robert Louis Stevenson, Oscar Wilde, Graham Greene e Rafael Sabatini, definito dai critici «il principe dei romanzi», Stanley J. Weyman fu tra i più popolari scrittori inglesi di fine Ottocento, tanto da essere considerato l’erede diretto di Alexandre Dumas. Consolidò la sua fama con questo romanzo, Un gentiluomo di Francia, il racconto in prima persona delle avventure di Gaston de Bonne, nobile caduto in disgrazia (o, come dice lui stesso, precipitato «nella più squallida miseria») dopo la morte del suo protettore. Pronto a correre tutti i rischi e a versare il proprio sangue per un ordine del Re o per la difesa di una donna, Gaston affronterà diversi cimenti delle armi, pericolose scaramucce diplomatiche e spinosi intrighi di corte per conquistare la propria riabilitazione, oltre che – come conviene a ogni eroe del suo calibro – i favori della sua amata, in un romanzo d’avventura tra i più avvincenti e divertenti della narrativa anglosassone.
Stanley J. Weyman
(1855-1928) Nacque a Ludlow (contea di Shropshire) nel 1855. Avviato dal padre alla carriera di avvocato, pubblicò nel 1890 la sua prima opera, The House of the Wolf. Riscosse enorme successo e grande ammirazione per i suoi romanzi storici.
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