Una primavera in America

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Alexander Roda Roda

Una primavera in America

La Statua della Libertà, per coloro che attraversano l’Atlantico, è il miraggio di un mondo nuovo. Qui le città crescono senza limiti. Sembra di vivere in un’Europa amplificata, ipertrofica, ma le tracce del vecchio continente sono appena riconoscibili. Il popolo americano è diverso: vuole far soldi, comprare, consumare e acquistare ancora; a teatro come al cinema chiede solo evasione e leggerezza. Roda Roda visita gli Stati Uniti nel 1923 e, nel suo stile di cronista e umorista, compone questi appunti di viaggio. Lascia l’America «entusiasta» ma non mancano, nel resoconto, incredulità e pregiudizi. L’America qui rappresentata, svuotata del proprio mito, pare echeggiare in un articolo apparso nel 1947 su «l’Unità», a firma di Cesare Pavese: «Non era un altro Paese, un nuovo inizio della Storia, ma soltanto il gigantesco teatro dove con maggiore franchezza veniva recitato il dramma di tutti».

Alexander Roda Roda
Pseudonimo di Sándor Friedrich Rosenfeld (1872-1945), appassionato giocatore di scacchi, giornalista anarcoide e ironico, collaboratore del periodico satirico «Simplicissimus». Di famiglia ebraica alto borghese, abbandonò la carriera militare e scelse il teatro e la letteratura: scrisse commedie, romanzi e libri autobiografici, oltre a centinaia di articoli che lo resero una figura eminente nel panorama giornalistico austriaco. Si avvicinò all’attività cinematografica e fu protagonista di K. und K. Feldmarschall, una delle sue opere satiriche più brillanti, con la regia di Karel Lama?.

 

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